❓LO SAPEVI? 👩

Quando sono arrivati sul mercato i primi laser, era consuetudine distanziare tra loro le sedute di circa 30 giorni, una al mese.

Nel tempo i protocolli operativi sono cambiati e spesso leggiamo di sedute distanziate perfino di tre mesi l’una dall’altra.

Ci siamo chiesti se questo fosse corretto, e abbiamo fatto un’accurata ricerca in rete per trovare qualche fonte scientifica che avvalorasse la fondatezza di un diradamento delle sessioni tanto importante a beneficio di un’ottimizzazione dei risultati, ma non l’abbiamo trovata.

Abbiamo invece reperito un studio comparativo molto interessantepubblicato sull’International Journal of Dermatologyche dimostra e conferma innanzitutto che il danno biologico controllato ottenuto è influenzato, come già si sapeva, dalla fluenza, dalla lunghezza d’onda, dalla durata dell’impulso e dalla grandezza dello spot (la punta del manipolo).

In una revisione retrospettiva della cartella clinica di 176 pazienti sottoposti ad epilazione laser assistita con un laser a diodi sono stati selezionati 24 pazienti. Tutti hanno accettato di essere seguiti per 5 mesi. Alla fine dello studio i pazienti sono stati interrogati sull’efficacia del trattamento e sugli effetti avversi, ed è stato effettuato anche il conteggio dei peli, per avere elementi oggettivi utili.

Anche i vari effetti avversi (dolore, vesciche o erosione, iperpigmentazione, ipopigmentazione e follicolite) sono stati esaminati durante il periodo di follow-up per ottenere dei dati statistici.

La riduzione media dei peli è stata del 78,1%, 45,8% e 28,7% rispettivamente con intervallo di 45, 60 e 90 giorni (P < 0,0001).

La cadenza 30-45 giorni quindi, salvo rare eccezioni, resta al momento la più performante per ottimizzare tempi, risultati e costi

Fonte: studio PMID: 15663662