LO SAPEVI?
Il trattamento di epilazione laser dell’area ascellare è uno dei più richiesti, anche perché sono necessarie poche sedute per ottenere un ottimo risultato.
Alcune persone hanno manifestato degli effetti collaterali che la Scienza ha voluto approfondire per spiegarne le cause.
In primis analizziamo un dato: nel 2004, sul Journal of American Academy of Dermatology è stato pubblicato uno studio epidemiologico nazionale, effettuato su ben 150.000 persone per valutare l’impatto della sudorazione sulle persone affette da iperidrosi ascellare. Il sondaggio si basava su una domanda che chiedeva se i partecipanti sperimentassero una sudorazione eccessiva o anormale/insolita, hanno risposto il 64% degli intervistati.
Le stime sulla prevalenza dell’iperidrosi fornite da questa indagine indicano che questa malattia colpisce una percentuale di individui negli Stati Uniti molto più ampia di quanto si pensasse in precedenza (7,8 milioni di individui ovvero il 2,8% della popolazione). Circa la metà di questi individui, l’1,4%, soffre di iperidrosi ascellare e un’ampia percentuale (1,3 milioni di individui, ovvero lo 0,5% della popolazione) presenta una sudorazione appena tollerabile, che può provocare disagi professionali, emotivi, psicologici, sociali e fisici.
Questa premessa è necessaria per capire quante persone potrebbero essere, almeno potenzialmente, interessate a risolvere le problematiche sopra citate.
Quali conseguenze si possono avere?
Un recente studio clinico effettuato su 60 donne ha analizzato l’effetto dell’epilazione laser sulla normale flora microbica nella regione ascellare.
Sono stati formati due gruppi, entrambi composti da 30 donne di età compresa tra i 20 e i 40 anni, fototipo Fitzpatrick III. Per tutta la durata del test è stato loro vietato l’uso di deodoranti, prodotti detergenti antifungini o antibatterici nelle regioni ascellari.
Il primo gruppo è stato sottoposto all’epilazione laser, il secondo era costituito da persone che si recavano in clinica per altri motivi. Entrambi i gruppi e hanno accettato di fare analizzare i tipi di ceppi batterici alla prima visita, dopo tre e sei mesi.
Cosa è successo?
Il risultato è stato sorprendente: l’odore sgradevole è migliorato ben del 63% dopo l’ultima sessione laser.
La concentrazione di tutti i ceppi batterici è diminuita nel gruppo di intervento, ad eccezione dello Staphylococcus epidermidis che era significativo.
Nel gruppo di controllo (coloro che non effettuavano il laser), non si è verificata alcuna diminuzione significativa di alcun ceppo batterico ed è aumentata anche la prevalenza di più ceppi, tra cui Staphylococcus aureus e S. epidermidis.
Ovviamente in estetica non ci azzardiamo minimamente ad effettuare alcuna terapia, ma è interessante osservare, e soprattutto essere consapevoli, come e quanto questo effetto collaterale possa portare giovamento ai nostri clienti.
Lo studio è stato effettuato con un laser ad alessandrite da 755 nm.
Gli stessi ricercatori specificano che l’effetto del laser sui diversi ceppi batterici cambia e può dipendere dalla quantità di energia, dalla lunghezza d’onda, dalle caratteristiche dell’area trattata e anche dalle proprietà strutturali della membrana del microrganismo stesso
In un altro articolo, pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology nel 2011, si parla di uno studio che afferma di aver riscontrato su quattro pazienti (non sono tanti, ma come detto è un effetto collaterale non molto comune) sottoposti a sedute laser a diodi con cadenza mensile, una riduzione quasi del 100% dell’iperidrosi e, con esami istologici, hanno rilevato alterazioni degenerative delle unità eccrine. Concludono affermando che questo comprova che il laser a diodi riduce la sudorazione ascellare.
In tutti questi anni abbiamo avuto una conferma anche noi, che ricercatori ovviamente non siamo, grazie all’esperienza di più clienti che ci hanno riferito di aver avuto questo giovamento nelle persone da loro trattate.
Ci sono anche dei “contro”?
Sì, non sono affatto comuni, ma possono esserci, ed è bene conoscerli per sapere anche come gestirli, durante i nostri molteplici corsi talvolta anche quest’altra esperienza è stata riportata.
Uno dei possibili effetti collaterali del laser è l’esatto opposto: si possono manifestare iperidrosi (aumento della sudorazione) e bromidrosi (sudore maleodorante) dopo il trattamento dell’area ascellare (talvolta anche della zona inguinale).
Si tratta di un effetto piuttosto raro, quasi sempre reversibile.
In alcuni studi, realizzati circa un decennio fa, si conviene che l’iperidrosi è significativamente meno frequente nei pazienti di fototipo III e IV rispetto a quelli con fototipo II e V.
Uno studio osservazionale di coorte, effettuato in un singolo centro, durato ben 30 mesi, ha analizzato 30 pazienti che riferivano iperidrosi e/o bromidrosi dopo il percorso di epilazione laser nell’area ascellare. La reversibilità spontanea si è verificata solo nel 20% dei casi, gli altri pazienti sono tornati alla normalità dopo una terapia con cloruro di alluminio applicato localmente. Al termine dello studio è risultato che 23 pazienti su 30 sono tornati alla normalità. Lo studio conclude così: “Sembra che l’iperidrosi ascellare e la bromidrosi, post epilazione laser, regrediscano spontaneamente o dopo l’uso di un antitraspirante topico”
Per quanto riguarda la nostra esperienza diretta, il ripristino delle normali funzionalità è avvenuto interrompendo il trattamento. Poiché l’area ascellare richiede poche sedute per arrivare all’obiettivo, tutti i clienti hanno deciso di terminare il ciclo di epilazione.
È possibile prevenire questo effetto collaterale?
Non è possibile farlo, per il semplice fatto che si tratta di una reazione soggettiva all’insulto termico portato nei tessuti.
Se la Scienza ci darà altre risposte saremo i primi a divulgarle.
Fonti: Fazel Z, Majidpour A, Behrangi E, Fathizadeh S, Nokandeh M, Atefi N, et al. Utilizzo del laser per la depilazione nella regione ascellare e suo effetto sulla normale flora microbica. J Laser Med Sci . 2020;11(3):255-261. doi:10.34172/jlms.2020.43 – PMCID: PMC7369557 – PMID: 32802284; PMID: 23887660 – DOI: 10.1007/s10103-013-1404-4; doi.org/10.1016/j.jaad.2010.09.698; doi.org/10.1016/j.jaad.2003.12.040
Vedi anche “iperpigmentazione post laser”